Lezioni di Filosofia antica, sulla “Repubblica” di Platone.

 

NB: PER LA PARTECIPAZIONE (CHE E' GRATUITA) OCCORRE ISCRIVERSI CLICCANDO IN ALTO SU "ISCRIZIONI" OPPURE SU QUESTO LINK

 

Orario delle lezioni: il martedì, ore 18-19.00, da martedì 16 ottobre 2018 a martedì 4 dicembre 2018. A ciascuna ora di lezione seguirà mezz’ora di dialogo tra il docente e i partecipanti.

Numero delle ore di lezione: 6.

Conoscenze che sono presupposte: le conoscenze della formazione secondaria.

Conoscenze che verranno acquisite: nel 1945 Karl Raimund Popper pubblicò La società aperta e i suoi nemici, senza dubbio uno dei libri più influenti del Novecento. Popper vi attaccava il progetto politico di Platone accusandolo di totalitarismo e difendeva, contro Platone, il pensiero di Socrate, libertario, razionalista e aperto al confronto critico. La posizione di Popper è stata per molti versi alla radice delle tesi liberali che hanno dominato il dibattito in Occidente per vari decenni fino alla crisi politica ed economica che ha portato nel 2017 all’elezione di Trump come presidente degli Stati Uniti. Il recente pensiero liberale, nelle sue diverse forme, può effettivamente essere visto come una rinnovata versione del socratismo basata su presupposti simili a quelli del filosofo antico: la conoscenza è condizione sufficiente per l’azione pratica; il confronto razionale e il calcolo del proprio interesse conducono a massimizzare il piacere e dunque la felicità. Gli essere umani sono agenti liberi e razionali. In questi incontri saranno ripercorsi sia il retroterra socratico di alcuni influenti pensatori contemporanei, diversi ma accomunati da presupposti comuni (da Popper ad Arendt, da Habermas a Nozick), sia i limiti delle loro posizioni. Tali limiti risultano chiari proprio dalla lettura del grande bersaglio polemico di Popper, ossia il Platone della Repubblica. Platone, in realtà, ha diagnosticato con precisione stupefacente le difficoltà della posizione intellettualistica di Socrate e i limiti del suo intellettualismo etico, che appare drammaticamente fragile rispetto ad aspetti insopprimibili degli esseri umani: la paura, l’avidità, l’impulso a imporsi a scapito degli altri, la ricerca del piacere fino ad autodistruggersi. Vi è nell’uomo – come si afferma nella Repubblica – una belva dalle molte teste che la ragione può e deve cercare di limitare e convincere, ma non può ignorare, se non vuole esserne travolta. Sono tutti punti che Platone vedeva esemplificati nella crisi della democrazia ateniese alla fine del V secolo a. C.: una crisi drammatica rispetto alla quale l’insegnamento di Socrate si era rivelato inefficace o addirittura controproducente. Attraverso i grandi interlocutori della Repubblica (Socrate, Trasimaco, Glaucone), Platone mette dunque in scena una crisi dell’uomo e della città rispetto alla quale la ragione appare fragile se non impotente. Allo stesso tempo, però, Platone è acutamente consapevole che il rifiuto della ragione conduce a esiti autodistruttivi, esemplificati nella figura del tiranno. Da qui derivano la sua concezione  complessa dell’essere umano e il suo progetto di città ideale fondata sulla filosofia: di queste tesi saranno illustrati sia gli aspetti controversi, sia l’attualità davvero sorprendente delle analisi su cui si basano.

 

Data, titolo e programma delle singole lezioni:

 

martedì 16 ottobre 2018: I Sofisti, Socrate e la “società aperta”: aspetti del dibattito filosofico contemporaneo;

martedì 23 ottobre 2018: La giustizia, la paura e la forza: la crisi del socratismo e lo scacco della democrazia (Platone,

Repubblica libri 1 e 2);

martedì 30 ottobre 2018: L’uomo e la “belva multiforme”: l'intellettualismo e i suoi limiti nella Repubblica di Platone (Platone, Repubblica 2, 4 e 9);

martedì 6 novembre 2018: Platone totalitario? (I parte: la città dei filosofi: Platone, Repubblica 5 e 7);

LEZIONE ANNULLATA: martedì 20 novembre 2018: Platone totalitario? (II parte: democrazia e tirannide: Platone, Repubblica 8 e 9);

LEZIONE ANTICIPATA ALLE ORE 17.30: martedì 4 dicembre 2018: Conclusione: Platone e la crisi della democrazia.